Descrizione

Pepe lungo - 50 g

Nome Comune: Pepe lungo

Nome Botanico: Piper longum

Famiglia: Piperaceae

Parte utilizzata: frutti

 

Erbe Salus in Erbis

 

 

Costituenti Principali: Olio essenziale, piperina, piperilina, piperoleina, cavicina) principi piccanti, lipidi.

Modalità di preparazione: Usare tal quale o macinato a seconda della ricetta.

Modalità d'uso: Spezia - Condimento aromatico.

🔸Un gusto più caldo e aromatico, Meno piccante del pepe nero con note dolci e fruttate !!!

⚫️Questa spezia ha la particolarità di sposarsi molto bene con i dessert: cioccolato, latte zuccherato, tutta la frutta (dalla macedonia al crumble, dalle gelatine alle marmellate). Delizioso sul formaggio fresco o aggiunto alle vellutate di legumi. Entra nella composizione del curry e di alcune marinate in India e in Indonesia. Entra anche nel Ras-el-hanout di alta qualità accanto al cubebe. Si abbina molto bene alla citronella, alla vaniglia, alla miscela quattro spezie e ai rizomi come zenzero, galanga e curcuma.

⚫️Si abbina molto bene alle carni più delicate come l’agnello e il pollo e il pesce (in piccole quantità), a tutte le verdure: dai pomodori alle zucchine, al cavolfiore, alle melanzane e ai cetrioli. Anche riso e cereali poveri di gusto, possono essere aromatizzati con il pepe lungo.

⚫️ Piper longum, Pippali o Pippala deriva dal sanscrito che significa “ bere e digerire” ed è riferito all’abilità della pianta in fase digestiva. Gli viene anche attribuito un altro significato: “colui che agisce sui polmoni”, perché migliora la loro attivià.

Nella lingua Tamil, il pepe lungo è anche chiamato Aadi Marundu, “l’originale o la prima medicina”.

⚫️Il Pepe lungo (Piper longum L.) è una pianta della famiglia delle Piperaceae, coltivata per i suoi frutti, che vengono essiccati e utilizzati come spezie e condimento. Il pepe lungo è uno stretto parente del pepe nero (Piper nigrum) però ha un sapore molto più delicato rispetto a quest'ultimo.

⚫️Tradizione e Storia

E’ una pianta medicinale tipica della tradizione medica e gastronomica indiana ed utilizzata da millenni, ma giunse presto anche in Europa. A Roma era una spezia tenuta in somma considerazione e apprezzata ben più del pepe nero. Nelle sue Compositiones, il medico Romano "Scribonio Largo" ne indica l’uso nel caso di coliche, aerofagia, asma, tosse, catarro, meteorismo, emorragie, avvelenamenti, morsi e punture di serpente. Il pepe lungo è citato in alcune ricette, insieme ad altri ingredienti, ma sempre mescolato con il miele.

In India e nei paesi asiatici, è utilizzato nella cura del mal di testa, tosse, affezioni della gola, bronchiti, asma, coliche, emorroidi, astenia fisica, parassitosi intestinale e per numerosi altri impieghi.

⚫️Antichi testi indiani in sanscrito descrivevano la spezia e il suo uso nella medicina ayurvedica. Raggiunse la Grecia attorno al V-VI secolo a.C: Ippocrate ne parla nei suoi scritti come di un medicamento efficace. Teofrasto, nel suo primo testo di botanica, lo descrive distinguendolo chiaramente dal pepe nero. I Romani lo apprezzavano tantissimo e lo tassavano ritenendolo un lusso. Anche nel Medioevo era molto usato; poi, con la scoperta del continente americano e del peperoncino, fu soppiantato da quest’ultimo e scomparve dalle nostre tavole.

Il peperoncino, che dopo l'essiccazione aveva il sapore e la forma del pepe nero, era più facile da coltivare anche in territorio europeo. Al giorno d'oggi il pepe lungo è un ingrediente molto raro nella cucina europea, mentre viene ampiamente utilizzato nella cucina indiana, indonesiana, malese e nordafricana.

⚫️Proprietà benefiche:

Ha un effetto vasodilatatore, stimola la produzione di sperma e di ovociti. In India è utilizzato contro l’asma bronchiale e i dolori muscolari e, nella medicina Ayurvedica, è prescritto in associazione con altri ingredienti per trattare l'apparato gastrointestinale. In Cina è utilizzato contro l’insonnia.

È più ricco di "Piperina" rispetto al pepe nero, una sostanza che aumenta l’assorbimento intestinale dei nutrienti. Ma anche questa è una cosa già risaputa, tanto che nelle preparazioni tradizionali, è stata sempre inserita proprio per facilitarne la digestione e assimilazione e quindi per potenziarne l’effetto.

Erbe Salus in Erbis

Bibliografia:
Il grande atlante delle piante medicinali, Celoni, Bocchietto, Todeschi, 2006 Tecniche nuove.



Le nostre erbe sono confezionate in atmosfera protettiva o in sottovuoto per preservare dall'ossidazione i principi attivi naturalmente contenuti nella pianta. Generalmente preferiamo il confezionamento in atmosfera protettiva (anche se più oneroso), rispetto al sottovuoto, principalmente perchè quest'ultimo risulta molto aggressivo sulle piante più delicate.

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